Immagini in movimento: il progetto dell’IC Gioiosa-Grotteria con Angelo Riccobene

Immagini in movimento: il progetto dell’IC Gioiosa-Grotteria con Angelo Riccobene

Pre-cinema, neuroscienze e ambiente: questi i tre grandi filoni sui quali si muove il progetto dell’Istituto Comprensivo Gioiosa Grotteria, coordinato e diretto da Angelo Riccobene, esperto in materia di racconti animati, e rivolto agli alunni della scuola primaria e secondaria. 

Entrando all’interno di un’aula di scuola primaria, addobbata di dipinti, tappeti, cuscini e numerosissimi strumenti per dare vita alle immagini, si viene a contatto con un ambiente nel quale gli alunni dialogano e creano insieme all’autore servendosi della scoperta, del confronto edell’interazione. Filo conduttore del progetto, quindi, la creazione di libri animati che proiettano gli alunni in un tempo non molto lontano. Gli alunni –ci racconta Riccobene- sono chiamati a scoprire il mondo in cui sono immersi, questo grande “proiettore” di immagini sempre più tecnologiche e tridimensionali, che affonda le sue radici nel XVIII secolo, quando dall’orientegiunsero forme di intrattenimento che rappresentavano le prime manifestazioni di precinema. Si trattava di piccole attrazioni simili a dei giocattoli, strumenti ottici che furono i primi tentativi  di creare immagini in movimento, suscitando grande attenzione nel pubblico. 

Partendo da questo input, il laboratorio permette di riflettere sull’importanza attribuita al movimento: in un mondo estremamente frenetico e virtuale, che viaggia ad una velocità elevatissima, abbiamo bisogno di esperienze reali che ci permettano di guardare oltre e di cogliere in profondità ciò che ci circonda. 

Quali sono gli strumenti che utilizzi per veicolare questi messaggi ai bambini? 

Gli strumenti principali sono quelli tradizionalmente usati in tempo di precinema: i flip book, veri antesignani del cinema, che gli alunni stessi sono chiamati a produrre. Stiamo parlando di un libretto con illustrazioni, che, se sfogliato velocemente, dà la sensazione di vedere il movimento. Era utilizzato negli spettacoli di magia già nel XVI secolo, ma nella seconda metà dell’800 viene commercializzato e diventa molto popolare. Al Flip book si aggiunge, poi, il Fenachistoscopio, strumento che inganna l’occhio e che affascina tantissimo i ragazzi, e lo Zootropio, letteralmente ruota della vita, costituito da un cilindro rotante dotato di feritoie a intervalli regolari, una per ogni immagine riprodotta su una striscia di carta apposta nell’interno del cilindro.

Il laboratorio, inoltre, è uno spazio per dare libero sfogo alla creatività dei bambini. Con l’utilizzo di solo materiale riciclato –prosegue Riccobene- dimostro loro come poter costruire tanti oggetti, da una bicicletta ad una nave, da utilizzare anche per una semplice animazione a passo 1. Il progetto è anche uno spazio per coltivare la lettura perché, attraverso la creazione di libri animati, le storie, fiabe, i racconti che i bambini elaborano si tramutano in un disegno animato; e, ancora, un’occasione per parlare disostenibilità ambientale, grazie all’uso di materiale recuperato, edi amore, tema centrale della creazione dei nostri libri.

Come nasce in te la passione per tutto questo?

Ho iniziato a scoprire la mia passione per l’arte dipingendo; successivamente, ho iniziato a interessarmi di libri animati, strumento che mi permette di comunicare anche attraverso il ritmo e la semplicità delle immagini in un mondo sempre più imbarbarito dalla tecnologia.

Come si svolgono le attività in laboratorio?

Dopo una lunga chiacchierata, si inizia a lavorare sulle sequenze. Disegnando, invito gli alunni a riflettere sul movimento e sul ritmo, aspetto fondamentale per la realizzazione di un cartone animato. Così facendo, i bambini apprendono quando sia affascinante “fare” realmente qualcosa, creare, guardare dentro séstessi e usare l’arte per trasmettere le loro esperienze. Un pezzo di carta e una matita, dunque, una storia da narrare e tanta voglia di creare sono gli ingredienti principali di un laboratorio in cui ibambini imparano a dare vita alle loro storie. L’iniziativa, portata già in diverse scuole d’Italia, vuole essere un’opportunità per raccontare e raccontarsi, per riflettere sulla salvaguardia dell’ambiente, scoprire cosa c’era dietro un mondo che oggi cammina sin troppo velocemnete, in un percorso che mira a costruire il saper fare degli alunni facendo leva sulla loro creatività e curiosità. Dando vita alle storie, ognuno può recuperare il proprio ritmo interiore senza farsi trascinare dalla velocità incalzante, frenetica e impersonale del mondo tecnologico.

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