Aiello: “Grazie a Cuba per avere inviato i suoi medici in Italia contro il coronavirus”

Aiello: “Grazie a Cuba per avere inviato i suoi medici in Italia contro il coronavirus”

di Pasquale Aiello

In un mondo in cui imperversa l’imperialismo, dove l’uomo cerca di addomesticare la natura ai suoi voleri, dove le grandi potenze della terra determinano guerre e carestie per espandersi sempre più geograficamente e politicamente conquistando terre su terre e appropriandosi di ricchezze e risorse naturali, e inviano i loro eserciti militari dappertutto finanche in Europa per addestramenti pericolosi che servono solo a rimarcare la loro supremazia, la piccolissima ma immensa Cuba offre spontaneamente il suo aiuto e la sua solidarietà all’Italia colpita dal coronavirus, inviando anch’essa un piccolo grande esercito denominato brigata ‘Hernry Reeve’, ma composto da un gruppo di 52 tra medici e infermieri per affiancare i colleghi professionisti italiani in questa dura battaglia.

Per onestà intellettuale c’è da dire che Cuba i suoi medici li manda in tutto il mondo dove c’è bisogno nonostante un blocco efferato e illegale che dura da più di 60 anni, e non per un mero calcolo speculativo come la stampa filoamericana vorrebbe far credere, ma perché incarna lo spirito dell’umanesimo, e da sempre segue l’esempio internazionalista di Che Guevara, il grande medico rivoluzionario convinto che la salute deve essere un diritto prioritario che richiede politiche sociali, solidarietà e soprattutto gratuità. La professionalità e l’abnegazione dei medici cubani sono doti che vengono riconosciute ormai da tutti, sono capaci, infatti, di esercitare con impegno e dedizione, ma innanzitutto con un approccio umanistico acquisito con anni di esperienza in moltissimi luoghi a rilevante emergenza sociale e sanitaria. Il sistema sanitario cubano è un vero apparato a carattere completamente pubblico capace di formare, nonostante l’embargo economico, medici di alto livello e all’avanguardia come attestato perfino dall’OMS, e che garantisce cure e programmi di prevenzione di buona qualità a tutta la popolazione ottenendo buoni risultati con grandi benefici per la salute e la società.

Oggi questi sanitari cubani sono in Italia a sostenere e aiutare i nostri bravi medici in prima linea che con grande generosità e sacrifici stanno donando tutte le loro energie per sconfiggere il pericoloso microbo, ma che negli anni hanno dovuto scontrarsi con una politica folle e inconcludente fatta di tagli indiscriminati che hanno mortificato la loro preparazione e competenza.

Un grazie, dunque, a Cuba e tutti gli altri, Cina e Russia, che in questo grave momento di bisogno e nonostante anche loro siano colpiti dal virus, non hanno lesinato il loro aiuto e la loro collaborazione in questa battaglia, non è un caso che siano tutti paesi di radice socialista. La speranza è che in futuro, il modello cubano completamente gratuito ed efficiente, possa essere da esempio anche in Italia con la consapevolezza che il capitalismo va superato e non è più, ormai, un modello da rincorrere e con la convinzione che l’internazionalismo e la solidarietà tra i popoli sono la ricetta per una società migliore costruita sulla tutela dei diritti universali, sull’uguaglianza e sulla libertà.

Sarebbe bello e doveroso ricordarsi in futuro di questa dimostrazione di umanità che Cuba ci ha manifestato, e lottare insieme a tanti altri che già lo fanno, per eliminare il blocco da parte degli Stati Uniti che da parecchi decenni tenta di piegare i fratelli cubani.

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