Il virus e la paura

Il virus e la paura

Il Coronavirus è una cosa seria, e ci fa paura.
Ci fa paura perché ci riguarda da vicino.
Ci fa paura perché mette in discussione la certezza insita nelle nostre azioni quotidiane.
Ci fa paura perché limita la nostra libertà.
Ci fa paura perché siamo molto più bravi a giudicare le paure degli altri guardandole da lontano, che ad affrontare le nostre.

Ci fa paura perché non sopportiamo l’idea di fare i conti con l’istinto di sopravvivenza che porta a lottare per l’ultimo pacco di pasta, in un supermercato affollato di gente che ha la nostra stessa paura.

Ci fa paura perché siamo pervasi dalla diffidenza verso l’altro, eppure è dell’altro che abbiamo disperatamente bisogno nei momenti di difficoltà.
Ci fa paura perché ci siamo abituati ad offendere, ad allontanare, ad anteporre la nostra presunta sicurezza alla vita altrui. Ora però siamo noi ad essere tenuti a distanza, rinchiusi nei confini di un Paese che soffre.
Ci fa paura perché la mancanza di punti di riferimento rende tutti più fragili, più piccoli.

Ci fa paura perché ci restituisce priorità che tendiamo a dare per scontate e che talvolta trascuriamo.
Ci fa paura perché la sofferenza e la morte fanno paura.
Ci fa paura perché ci ricorda quanto l’essere umano sia indifeso di fronte a ciò che non può controllare.
Ci fa paura, ma non dobbiamo dimenticare che gli uomini, collaborando e cooperando, possono vincere qualsiasi avversità.

Tuttavia, quando questo brutto periodo sarà passato, dovremmo tenere a mente che anche noi abbiamo avuto paura e che, di fronte alla paura, siamo tutti uguali. E tutti, quando abbiamo paura, non vorremmo altro che una mano protesa alla quale aggrapparci, una speranza nuova della quale nutrirci.

Photo by tam wai on Unsplash

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