Il governo azzeri il debito che ha contribuito a provocare in Calabria

Il governo azzeri il debito che ha contribuito a provocare in Calabria

Di Tiziana Barillà

Oggi – 19 novembre – 404 sindaci calabresi sono a Roma per occupare simbolicamente Piazza Colonna, nel pomeriggio il governo dovrebbe incontrare la delegazione composta dalle 5 maggiori città centinaia di sindaci (compatti, come mai che se ne abbia memoria) hanno risalito mezzo paese per chiedere di superare la fase di commissariamento, ripianare il debito, potenziare il personale sanitario, attivare il Piano Covid gli ospedali sono al collasso e ci sono almeno dieci strutture ospedaliere abbandonate e inutilizzabili mentre si allestiscono (sulle spalle dei sindaci) i covid hotel adesso un commissario serve, e anche con urgenza, dal momento in cui il Consiglio regionale è formalmente sciolto e la Giunta si può occupare solo di ordinaria amministrazione ma un commissario non basta.

Nessun uomo forte o uomo saggio potrà risolvere questa situazione la nomina di un commissario non basta, anzi la Calabria è il simbolo del fallimento della logica delle emergenze e dei commissari il debito della sanità calabrese è stato provocato proprio dalle stagioni commissariali il debito della sanità calabrese ha superato il miliardo di euro: non si conosce la cifra certa, né chi sono i creditori, perché non esistono documenti contabili da anni da quando – luglio 2010 – il governo Berlusconi ha cancellato la figura dell’assessore regionale alla Sanità avviando il commissariamento governativo e affidandolo al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti: «affiancato dalla Guardia di Finanza – per sancire il ritorno dello Stato», così disse all’epoca Tremonti… sappiamo com’è andata oggi, un emiliano ha 90 euro per curarsi un calabrese ne ha 15 insomma, ci pisciano in testa e ci dicono che piove o addirittura che ci siamo pisciati in testa da soli c’è solo una soluzione: azzerare il debito.

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