Reggio Calabria, cartelli di pericolo “caduta alberi” in città, Falcomatà: “Operazione di sciacallaggio politico”

Reggio Calabria, cartelli di pericolo “caduta alberi” in città, Falcomatà: “Operazione di sciacallaggio politico”

L’altra notte qualcuno si è divertito ad apporre cartelli come questo su diversi alberi della città sani e ben curati, per denunciarne il rischio imminente d’una loro possibile caduta. Una falsità enorme che è stata prontamente denunciata. Non so dire se l’intenzione fosse quella di un gesto incoscientemente e goffamente goliardico, di sicuro si è rivelata essere una spregiudicata operazione di sciacallaggio politico, una bufala pericolosa che ha soltanto avuto l’effetto di limitare la libertà di movimento dei cittadini e trasmettere sentimenti di angoscia, ansia e preoccupazione. Non si può scherzare con queste cose. Soprattutto, non può farlo chi ricopre incarichi pubblici. Quello del consigliere comunale, infatti, è un ruolo estremamente serio, fondamentale per l’esercizio della democrazia, un raccordo indispensabile fra l’Ente e i cittadini. Bisogna interpretarlo con rigore, passione e giudizio.

L’invito che mi sento di fare ai consiglieri comunali, dunque, è quello di non perdere mai la lucidità, neanche per provare ad ottenere un like in più sul proprio profilo social. E mi permetto di aggiungere che devono essere la Costituzione e il mandato dei cittadini le uniche nostre guide, non di certo gli esempi di taluni personaggi distorti, antistorici e criminali che hanno contribuito a segnare le pagine più tristi e buie della nostra storia. Non si può e non si deve mai trarre ispirazione da personaggi ambigui e discussi, fascisti, antisemiti e nazisti. Nemmeno per attaccare un cartello su un albero.

Ah, dimenticavo: ieri la Polizia municipale ha depositato la notizia di reato a carico dei protagonisti in questione per procurato allarme. I responsabili sono stati già identificati e hanno nominato i loro difensori di fiducia .C’è però un interrogativo che rimarrà irrisolto: ma perché? Vabbè, buona domenica

Giuseppe Falcomatà

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