Benefici economici e sociali: Ecco perché l’Europa investe sulla coltivazione della canapa

Benefici economici e sociali: Ecco perché l’Europa investe sulla coltivazione della canapa

La coltivazione di cannabis ha un impatto enorme sul mercato europeo e italiano. Ma quanto vale davvero questo business?

Nonostante il continuo dibattito sulla commercializzazione della canapa e sul suo utilizzo, i numeri di questo business continuano a crescere.

Questa pianta non viene però coltivata con l’unico scopo di sfruttarla per usi ricreativi. La cannabis viene infatti utilizzata anche in ambito medico, edilizio, tessile e alimentare.

Al di là della legislazione nazionale di ciascuno Stato, la commercializzazione e vendita di cannabis non è vietata a priori all’interno del territorio dell’Unione. Per questo motivo è sempre più semplice acquistare prodotti derivati dalla cannabis presso shop come il negozio di erba legale online Justbob noto rivenditore del settore.

In questo articolo scopriremo quanto vale realmente questo business e quali sono i benefici sociali della coltivazione di canapa.

Il mercato europeo della canapa: un business che potrebbe valere fino agli 8 miliardi di euro

L’UE ha un mercato della cannabis molto attivo, nonostante le varie limitazioni di carattere legale adottate da ciascuno Stato. Il principale produttore di canapa risulta attualmente essere la Francia, rappresentando quasi il 50% della produzione totale europea.

Molti paesi dell’UE hanno progressivamente revocato i loro divieti sulla produzione di canapa a partire dal 1990 e, fino a poco tempo fa, hanno anche sovvenzionato la produzione di semi di lino e di canapa nell’ambito della politica agricola comune dell’UE.

La maggior parte della produzione di cannabis del territorio europeo è destinata alle fibre tessili, ai semi e ai prodotti farmaceutici. L’Europa, in particolare Francia e Finlandia, ha una lunga storia in questo senso e, specialmente negli ultimi 25 anni, la produzione di cannabis per fibre, materiali da costruzione e tessuti, è aumentata in maniera considerevole.

Il mercato della canapa industriale in Europa ha rappresentato una quota di fatturato del 22,2% nel 2019, pari a circa 1 miliardo di euro. Questi numeri sono legati all’uso in crescita dei prodotti della cannabis come materiali per le aziende automobilistiche, della costruzione o del settore tessile.

Il valore di tutti i mercati dei prodotti a base di canapa combinati (CBD, bioplastiche di canapa, materiale di isolamento termico, calcestruzzo e altro) in Europa ha un valore stimato di oltre un miliardo e mezzo di euro per il 2020 e potrebbe aggirarsi intorno ai 6/8 miliardi nel periodo compreso tra il 2025 e il 2030.

Il caso dei contadini italiani: la coltivazione di canapa da nuova vita ai terreni abbandonati e moltiplica i guadagni

Gli scarsi guadagni provenienti dal grano, i terreni erosi e le importazioni internazionali a basso costo hanno creato una crisi per gli agricoltori in Italia. Ma, come riporta il The Guardian, alcuni hanno trovato una soluzione: coltivare la canapa.

La coltivazione della canapa è legale in Italia dal 2016 e negli ultimi anni la quantità di terreno dedicata alla pianta è aumentata dai 400 ettari del 2013 ai 4.000 ettari del 2018.

Gli italiani hanno approfittato del cambiamento legale per produrre materiali tessili e mattoni ecologici, ma anche alimenti come pasta e biscotti di canapa.

Secondo Roberto Moncalvo, ex presidente di Coldiretti, questo è un ottimo esempio di adattamento da parte dei contadini italiani e si tratta di un’opportunità di crescita economica e occupazionale.

Grazie alla canapa si può infatti guadagnare fino a 10 volte di più che con il grano. In questo modo è possibile per le aziende assumere nuovi lavoratori.

Il grano produce un profitto di € 250 per ettaro nel mercato di oggi, mentre la canapa può generare guadagni netti superiori a € 2.500 per ettaro. E sono molti gli agricoltori siciliani che, per infondere nuova linfa alla terra e per migliorare la propria situazione finanziaria, hanno sostituito il grano con la canapa.

Secondo Dario Giambalvo, docente universitario presso l’Università degli Studi di Palermo, anni di coltivazione monoculturale del grano hanno causato una profonda erosione del suolo. Questa situazione è molto problematica, perché il rischio è quello di rendere la terra sterile.

La coltivazione della canapa può invece diventare un’ottima opportunità per creare un’agricoltura diversificata, trasformandosi nell’occasione di rinascita dei terreni meno fertili e abbandonati.

Non si tratta però di una novità per il territorio italiano, piuttosto di un ritorno alle origini. Fino al 1940, l’Italia era il più grande produttore mondiale di canapa dopo l’Unione Sovietica. Allora, in Italia, più di 100.000 ettari erano destinati alla coltivazione di canapa.

La canapa rappresenta l’occasione per migliorare il PIL (dando nuova linfa ai terreni abbandonati)

La coltivazione della canapa rappresenta un business che può arrivare a valere diversi miliardi per l’Unione Europea.

Al momento, la maggior parte degli Stati si occupa della coltivazione di questa pianta per una serie di obiettivi diversi. Al di là dello scopo ricreativo (non sempre legalizzato dagli Stati dell’Unione), la cannabis viene usata per la produzione di materiali dell’edilizia, per l’azienda tessile o medica.

Si stima che i numeri siano destinati ad aumentare e questo potrà avere un impatto benefico sia sul PIL dei diversi Paesi che sui livelli occupazionali.

Come dimostra l’esempio italiano, inoltre, la coltivazione di canapa può avere un impatto benefico anche sul terreno. Infatti, la coltivazione di canapa può aiutare a diversificare la coltura agricola, dando nuova vita a terreni abbandonati o poco fertili.

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