La lettera di Sebi Romeo all’assemblea della sinistra della Locride

La lettera di Sebi Romeo all’assemblea della sinistra della Locride

Caro Ilario,

innazitutto ti ringrazio per avermi coinvolto,in questa nuova fase,nel tentativo di aprire un dibattito sulla Sinistra e la Democrazia.

La data scelta mi impedisce di essere presente,ma avendo letto la bozza di documento che mi hai cortesemente inviato,ritengo opportuno fornirti poche,mie,brevi considerazioni.

1)il voto del 25 settembre,non rappresenta una delle tante sconfitte elettorali subite dalla sinistra italiana dopo il 1994,ma una mutazione profonda della democrazia del nostro Paese.Oltre 1 italiano su 3 non ha votato,1 calabrese su 2,nella Locride oltre un cittadino su 2.

Per la prima volta il crollo della affluenza in Italia,ci colloca in Europa agli ultimi posti per partecipazione al voto dal 1945 ad oggi.

Siamo di fronte ad una nuova epoca

Una sinistra che voglia ricostruirsi deve partire dalle ragioni,profonde e figlie di errori almeno trentennali,che ci hanno condotto ad una vera e propria mutazione del sistema democratico nel nostro Paese.

Occorre ricercare le cause,esse sono molteplici,ma io le riassumo nella subalternità culturale che scontiamo dopo il crollo del muro di Berlino:l’idea che si sarebbe aperta una era di sviluppo regolata dalla manina invisibile del mercato,il trionfo della cultura del profitto e delle privatizzazioni,della precarietà del lavoro,della scuola come  azienda ,della sanità da privatizzare,ci ha portati sino qui.

Oggi noi possiamo e dobbiamo ragionare collettivamente di un mondo che  ha visto un fiorire innumerevole di conflitti e di ingiustizie,di diseguaglianze e dell’acuirsi di fratture territoriali,generazionali,sociali e di genere.

I dati sulla povertà e sulla detenzione della ricchezza sono pubblici e non necessitano di commenti:occorre ripartire da qui,provando ad agire localmente dentro una visione mondiale,in grado di analizzare le profonde mutazioni che ad esempio la innovazione tecnologica apporta sul mercato del lavoro e quindi sulla vita delle persone,la mutazione climatica che ormai rappresenta un rischio per la incolumità pubblica  ecc ecc

Se non consideriamo l’astensionismo un pericolo letale per la democrazia, non siamo la sinistra.

La passivizzazione delle masse è sul punto di compiersi,storicamente ha sempre determinato stagioni autoritarie.

Il restringimento dei diritti,la imposizione di politiche antipopolari,passano da un lucido disegno di espulsione dalla partecipazione delle masse popolari.

Paura e sfiducia si intrecciano insieme,in un gorgo, che in assenza di un progetto,di una visione radicale di cambiamento,del riaccendersi di passioni e sentimenti forti,apre la strada a forme anche inedite di una destra di massa……

Del resto tutti gli istituti che analizzano il voto,dicono con chiarezza che non partecipano i poveri,i disagiati gli esclusi.

Il nostro impegno è quello di Rappresentare i bisogni di milioni di persone che non hanno più fiducia perché hanno perso la speranza ,davanti ad una grave omologazione al pensiero unico dominante di larghi settori dei gruppi dirigenti dei partiti delle sinistra,a partire dal mio .

Su questa traccia,che ovviamente è ampiamente insufficente per ragioni di spazio,bisogna riflettere a fondo con tutti i singoli ed i soggetti che vorranno lavorare ad un lungo periodo che si ispiri ad un metodo e  ad un impegno collettivo,generoso,scevro da egocentrismi ed individualismi.

Concordo molto con il tuo accenno allo stare insieme ed “una testa un tribunale”serve cambiare rotta anche e soprattutto su questo.

Del resto,io penso siano gli effetti della affermazione di disvalori come il carrierismo e l’individualismo tipici del pensiero unico del profitto.

La nuova questione meridionale,va declinata come una grande questione europea,il Sud ed i Sud del mondo sono vittima del modello di sviluppo capitalistico,tipicamente duale e  della rinuncia della sinistra di ispirare la propria iniziativa politica ed istituzionale alla lezione di Gramsci e Salvemini(per citarne alcuni)

2) la  Locride è ricca di intellettuali che hanno raccontato le contraddizioni di un popolo e di una terra schiacciati dalle inadeguatezze dello Stato e dal giogo ‘Ndranghetista,serve anche su questo una riflessione profonda che metta insieme i diritti di liberta dei cittadini al lavoro ed allo sviluppo,che devono essere garantiti da una azione pubblica di investimenti e dallo svolgimento di funzioni  che spesso sono totalmente sovrastate da quelle repressive,che si sono rivelate inadatte a combattere i poteri criminali ed a liberare la nostra terra dalla pervasività delle tante mafie presenti.

La natura,la storia,la bellezza di questa magnifica porzione del Mediterraneo,abitata da persone straordinariamente umane,reclamano un impegno vero della sinistra.

3)ritengo inoltre irrinunciabile ragionare di come la piena parità di genere diventi una leva per il cambiamento di una società ancora troppo patriarcale :non si tratta di assecondare pericoli che vedano i generi contrapposti inutilmente con evidente svantaggio dei generi più deboli,ma di declinare politiche fondate sulla equa possibilità e di opportunità per tutte e per tutti,guai a separatezze.

4)una discussione sulla sinistra nella Locride e nel Paese,non può prescindere da un rapporto con le giovani generazioni,uniche vere protagoniste delle ultime stagioni di dissenso(penso alle battaglie contro il cambiamento climatico)rispetto al pensiero unico e dominante:è grave,che i partiti della sinistra, a partire dal mio,non abbiano più nemmeno una organizzazione giovanile  o meglio ricercato quali forme di politica per le giovani generazioni.

5)la pace o torna essere,come previsto dalla nostra Costituzione l’unico strumento per dei popoli che si autodeterminano e convivono,oppure,sull’orlo della terza guerra mondiale,avremo la responsabilità storica di segnare un destino mortale per la umanità,anche qui tra una annessione della Nato di nuovi(Svezia e Finlandia) stati,un diktat degli Usa,l’invasione da parte di dittatori come Putin di stati sovrani confinanti .

E’ vero Putin è un invasore che va fermato,ma le politiche messe in atto sinora lo hanno alimentato.

Occorre ridare centralità all’Onu,imporre un negoziato di pace e unire nuovamente l’Europa che paga una sbagliata subalternità alla Nato.

In estrema sintesi,ti ho elencato dei punti,che andrebbero collettivamente e con continuità sviluppati ,approfonditi,aggiunti ad altri temi.

Ho il dovere della brevità,avremo mi auguro altre e diffuse occasioni di confronto,mi sono attenuto alla tua traccia,ti ringrazio per l’esempio che dai attraverso uno sforzo di ricerca e di analisi sempre libero e disinteressato,sempre dalla parte degli ultimi.

Ti abbraccio caro compagno

Sebi Romeo

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