Testa dura di cauloniese

Testa dura di cauloniese

di Cosimo Cavallaro

In Piemonte quelli che fanno l’opposto di quello che dovrebbero fare sono detti “Bastian cuntrari”. Qui da noi non vi è bisogno di scomodare la licenza poetica, basta dire semplicemente “calabrese”. Non sarebbe altrimenti spiegabile il fatto che, nonostante gli accorati appelli, i regolamenti comunali, le ingiurie e le bestemmie di coloro che sono stanchi di vivere circondati dall’immondizia altrui, vi sono ancora persone (?) che perseverano nell’abbandonare su strade, viottoli, campi e boschi, le loro schifezze vergognose. Parrebbe, e non sono il solo a dirlo, che ormai il fenomeno dell’inquinatore seriale (e del piromane) non sia una semplice devianza comportamentale, ma una vera e propria manifestazione di disadattamento al limite della patologia psichiatrica.

Com’è possibile, verrebbe da chiedersi, che in una fase così critica, nella quale il nostro unico pianeta lancia quotidianamente segnali d’allarme, incapace com’è di dosare correttamente il caldo e il freddo, il secco e l’umido, vi siano ancora esseri sordi e ciechi di fronte all’evidenza dell’inquinamento provocato dall’uomo? Come possiamo pensare di risolvere le grandi questioni per le quali ci arrovelliamo (guerre tanto atroci quanto bestiali e inutili, costi alle stelle determinati da crisi sempre più profonde in assenza di stabilità e in presenza di speculazioni infami, terrificanti mutazioni climatiche che sconvolgono i già fragili equilibri della natura, etc.), se siamo circondati da persone così ignoranti da non capire che abbiamo costruito una società nella quale siamo così intrecciati, così dipendenti l’uno dall’altro, da non poter più agire esclusivamente in funzione dei nostri miserevoli interessi? Possibile che sia così difficile capire che l’affanno del vivere quotidiano deriva, in buona parte, dal fatto che ci stiamo sempre più nascondendo dietro il nostro egoismo avendo smarrito il concetto del bene comune? Eppure basterebbe dare uno sguardo a come stiamo riducendo la sanità pubblica!

Ma, aldilà delle considerazioni sui massimi sistemi, la domanda che più mi incuriosisce è: “cosa passa per la testa di colui o colei che abbandona la propria immondizia nascostamente magari pensando di essere più furbo di quegli stupidi che perdono tempo a differenziare i rifiuti”? La risposta non può che essere la più semplice: non passa nulla perché in quelle teste altro non vi è se non segatura. E se non fosse ancora chiaro aggiungerei che nella testa del piromane non vi è neppure quella: l’ha bruciata!

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