Pensieri alla luce di un tramonto qualunque

Pensieri alla luce di un tramonto qualunque

Passeggiavo con andatura lenta e cadenzata, chiedendo a ogni passo di scandire la piacevole sensazione di libertà che mi pervadeva. Amo concedermi ritagli di quella solitudine che aiuta a vedere meglio le cose, mentre il futuro viene lasciato al domani; inoltre può rivelarsi particolarmente gradevole camminare senza avere altra meta che il cammino, abbandonando la mente a pensieri poco invadenti e affatto urgenti. Il fumettista Zerocalcare afferma che la fretta di far succedere le cose ce l’abbia trasmessa il Capitalismo. Quel che è certo è che gli esseri umani, conformisti per natura e autolesionisti per vocazione, si sono conformati alla fretta tipica della modernità, fino a diventarne dipendenti. Corrono, corrono, facendo del loro meglio per lasciare indietro gli altri e finendo, spesso e volentieri, per lasciare indietro financo i propri desideri.

Svoltando l’angolo che da una via conduce a un’altra, innanzi ai miei occhi si è palesato questo scenario: un tramonto infuocato sovrastava la strada principale e le persone che, incuranti, si facevano metodicamente trasportare dalle rispettive auto verso mete diverse eppure sorprendentemente simili. Ché sovente a fare la differenza non è tanto la destinazione quanto la capacità di godersi il viaggio.
Il traffico induce a concentrarsi sul fastidio provocato dal traffico, nel momento in cui ci costringe a rallentare; così, contrariati, dimentichiamo di prestare attenzione al circostante. Anche in quel frangente, ognuno dei passanti sembrava sopraffatto da impegni improrogabili e assorto in pensieri talmente ingombranti da non ammettere distrazioni. Eppure, volgendo gli occhi aldilà del nostro naso, risultava evidente come fossimo tutti abbracciati dallo stesso, rosso cielo autunnale. Tutti, senza distinzione alcuna; quasi che il sole, prima di far posto alla luna, volesse restituirci un fugace sogno di egalitarismo e di giustizia. Tale prospettiva mi rincuorava, poco importa se fosse solo frutto di uno slancio troppo ardito della mia fantasia. D’altronde la fantasia non costa nulla, e nessuno può impedirci di adoperarla.
Scattata questa foto ho proseguito, deciso a fermarmi al bar. Mi era venuta voglia di un caffè.

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