Vescovo Oliva: “Meno messe, più ascolto”.

Vescovo Oliva: “Meno messe, più ascolto”.

Abbiamo intervistato Monsignor Oliva al termine dell’assemblea di Focà del 10 aprile.

Lei ha detto che l’accoglienza è un valore assoluto e allo stesso tempo che non bisogna generalizzare e accusare di razzismo una comunità. Tra queste due affermazione il fatto di Focà come si pone?

Sicuramente a un livello di equivocità, perché chi sta fuori Focà non conosce la generosità di questa comunità e sentendo alcune cose si fa un’idea diversa. Focà è una comunità generosa, è una comunità ospitale. Però certi atti, certi gesti, al di là di quelle che sono le intenzioni, danno un’immagine un po’ sbagliata.

Cambiando tema, lei chiede ai suoi sacerdoti di fare meno messe ma di parlare di più con la gente, in linea con il pensiero di Papa Francesco.

Ma questo i sacerdoti lo fanno, tenendo conto che certe volte si trovano di fronte a delle richieste insistenti anche da parte della comunità, che ancora vede la propria religiosità come la sacramentalizzazione , come la celebrazione delle sante messe. Non riesce a cogliere, invece, lo stretto legame che c’è tra la vita sacramentale e l’impegno nella realtà sociale. Però si tratta di lavorare molto in questa direzione. Quando io dico ai sacerdoti meno messe, voglio dire questo, di essere più in ascolto di quelli che sono i bisogni del territorio, di operare in questo senso, perché non si può essere veri cattolici, operando in chiesa e poi essere diversi nella vita di tutti i giorni, bisogna coniugare bene fede e vita.

Ha toccato brevemente anche il tema delle feste patronali. Non bisogna sperperare il denaro, bisogna spendere di meno per le feste ed utilizzare i soldi risparmiati per qualcosa che sia più solidale, più utile.

C’è da lavorare molto in questo senso, i nostri paesi sono un po’ festaioli, vengono da questo tipo di tradizione e capisco che anche persone che vivono in situazioni di disagio, di povertà, di emergenza, vogliono il momento di festa ed è anche giusto. Però bisogna evitare gli sprechi inutili e soprattutto bisogna salvaguardare il senso religioso della festa. Gli aspetti esteriori, i festeggiamenti esteriori non devono essere prevalenti rispetto al senso religioso per cui ho già annunciato, anche questa sera l’ho ricordato, che desidererei che ad ogni festa religiosa fosse legata un’opera segno, cioè un’opera di solidarietà che rimanga come un segno per tutta la comunità

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