L’amore è un diritto di tutti

L’amore è un diritto di tutti

Sentenza storica della Corte Suprema statunitense: il matrimonio tra persone dello stesso sesso è ammesso e riconosciuto in tutti gli stati del Paese, ed assume valore di diritto costituzionalmente garantito.
Gli Stati Uniti offrono così uno straordinario esempio di civiltà.
L’America è sempre stata caratterizzata da contraddizioni ma, al contempo, è da sempre terra di opportunità e di grandi cambiamenti.
Barack Obama, che già al momento della sua elezione aveva scritto la storia in quanto primo Presidente di colore in una terra a lungo caratterizzata da scontri razziali, può orgogliosamente festeggiare questo importantissimo risultato, e lo fa scrivendo su Twitter parole estremamente significative: “L’amore vince. Quello di oggi, è un grande passo nella nostra marcia verso l’uguaglianza.”
Si, in fondo si tratta semplicemente di uguaglianza, perché uguali sono i sentimenti provati da ciascun individuo, e conferirvi pari dignità e pari opportunità è un necessario gesto di civiltà.
Non farlo significa negare a chi ama una persona dello stesso sesso il diritto di somigliare pienamente a se stesso agli occhi della legge e della società.
Significa fare in modo che, quanto meno sul piano legale, questo amore sia condannato a rimanere “l’amore che non osa pronunciare il suo nome” di cui parlava Oscar Wilde.
Significa riconoscere una libertà parziale, dei diritti parziali, una felicità parziale.
Si tratta di quell’uguaglianza riconosciuta a livello formale e sostanziale anche dall’articolo 3 della Costituzione italiana che però, soprattutto in merito a tale argomento, tarda a trovare concreta attuazione nel nostro Paese, a causa di retaggi culturali di cui ancora siamo quasi inconsciamente schiavi e, inutile negarlo, a causa dell’influenza della Chiesa cattolica.
A prescindere dal mio pensiero o da quello di chiunque altro in materia, stavolta è stato il diritto a parlare, attraverso la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che affronta l’argomento del matrimonio non come statico contratto tra individui, ma bensì come perno della società e del vivere civile.
Ecco allora che il matrimonio si evolve, si eleva, divenendo sostanzialmente un diritto che non può essere negato a nessuno, perché appartenente all’individuo in quanto soggetto giuridico, in quanto essere umano.
“Il diritto di sposarsi rientra nel diritto della persona, di cui le coppie dello stesso sesso non possono essere private”, stabilisce la Corte Suprema.
A tal proposito, è significativo riportare la conclusione della sentenza, vera e propria lezione di diritto e, ancor di più, di libertà:
“Nessuna unione è più profonda del matrimonio, perché due persone che si sposano diventano qualcosa di più grande di quello che erano.
Il matrimonio incarna un amore capace di resistere anche alla morte, e la speranza di coloro che vogliono sposarsi è quella di non essere condannati a vivere in solitudine, privati di una delle più antiche tradizioni della civiltà.
Chiedono uguale dignità davanti alla legge.
La Costituzione americana garantisce questo diritto”
Nulla da aggiungere, tanto da imparare.

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