Roberto Saviano chiede al Presidente del Consiglio di salvare il Sud

Roberto Saviano chiede al Presidente del Consiglio di salvare il Sud

Roberto Saviano ha scritto una lettera molto interessante indirizzata al Presidente del Consiglio, chiedendogli di dire con chiarezza cosa intenda fare per salvare o migliorare le sorti del Mezzogiorno.
In sintesi, Saviano afferma: “Lei ha il dovere di intervenire, e ancora prima di ammettere che nulla è stato fatto. Ci sono tante persone che resistono: le ringrazi una ad una.
Liberi gli imprenditori capaci da burocrazia e corruzione”.
Il sud sta morendo, o è comunque agonizzante.
Dati recenti affermano che la disoccupazione in Italia è in aumento e, secondo il rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno, il Sud Italia negli ultimi quindici anni ha avuto un tasso di crescita dimezzato rispetto, per esempio, a quello greco. Le nascite sono in calo: avere più di un figlio in molti casi risulta una sorta di “lusso” che sempre meno famiglie possono permettersi.
Chi nasce al sud, tra l’altro, cresce con la quasi assoluta certezza che, prima o poi, dovrà partire, abbandonare la propria terra d’origine per poter studiare e vivere meglio, o per poter semplicemente veder valorizzate le proprie capacità e riconosciuti i propri meriti.
Fino a qualche anno fa le mete più ambite erano le grandi città del Nord Italia.
Ultimamente si guarda direttamente all’estero, spesso addirittura ad altri continenti.
Il Sud è terra di passaggio per i meridionali e di strumentale caccia al voto per i politici nazionali e locali.
La cosa forse più triste è che questo destino da sconfitti designati viene oramai accettato con noncurante rassegnazione, quasi come fosse parte integrante del codice genetico del meridionale.
Le rare realtà economicamente forti risultano essere delle cattedrali nel deserto spesso oppresse da tasse e burocrazia.
E tale dramma sembra estendersi, riguardando sempre con maggiore frequenza l’Italia intera.
In questo contesto, quanto inserito nel ddl sulla Pubblica Amministrazione in merito alla possibilità di dare rilievo, in sede di concorsi pubblici, all’ateneo di provenienza più che al voto di laurea, potrebbe costituire un ulteriore elemento discriminante dannoso per molte università del sud.
L’idea che l’Italia sia il Paese più bello del mondo, seppur sempre capace di rinvigorire il nostro orgoglio non è più, tuttavia, consolatoria e sufficiente, in quanto non supportata da servizi o programmi di gestione adeguati e lungimiranti.
E questa bellezza fine a se stessa non ha fatto altro che ridurre, nel corso degli anni, il Sud Italia ad una spiaggia su cui abbronzarsi o ad un mare limpido in cui rinfrescarsi per poi, quasi sempre, ripartire e guardare altrove.
Nella sua lettera, Saviano dice una cosa a mio avviso molto importante: presupposto per agire concretamente è ammettere che nulla (o molto poco) è stato fatto finora.
Riconoscere gli errori a livello nazionale e locale per poi, eventualmente, rimediare insomma.
Occorre che il Mezzogiorno sia considerato parte integrante di un processo politico, economico e sociale, e non una palla al piede da trascinare con poca voglia e tanta fatica, intimamente desiderosi di liberarsene.
Le risposte del governo ai tanti interrogativi del meridione e della sua gente sono fragili e sporadiche: sembra che il rottamatore Renzi stia rottamando più che altro la speranza.
Eppure, come evidenzia lo stesso Saviano, vi sono persone che resistono, che non si arrendono, dotate di idee e di buona volontà.
Compito del governo, è fornire gli strumenti e le opportunità per realizzarle, affinché anche quelli che resistono non siano costretti a smettere di farlo.

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