Editoriale: le convulsioni a-democratiche della Città Metropolitana

Editoriale: le convulsioni a-democratiche della Città Metropolitana

Le convulsioni e le ambiguità che si stanno registrando in questa fase di presentazione dello Statuto della neonata Città Metropolitana di Reggio Calabria, ben esemplificate dalla triste teatralità dell’ultima Assemblea dei Sindaci della Locride, sono filiazione diretta della scarsa legittimazione democratica del nuovo ente locale (in sostituzione della vecchia Provincia).

Il Sindaco e il Consiglio Metropolitano, difatti, sono nati senza alcuna sanzione democratica dal basso, essendo frutto di una nomina di secondo livello e di accordi di palazzo fra singoli sindaci e singole amministrazioni comunali. Ne discendono, in modo quasi meccanico, alcune conseguenze più che evidenti: il Reggio-centrismo del Sindaco della città capoluogo; la redazione assai poco partecipata degli atti di nascita della Città Metropolitana; il vittimismo e le recriminazioni dei sindaci tagliati fuori dai processi decisionali.

22-ottobre-2016-statuto-citta-metropolitana-rc_01

Siamo al punto, lette e analizzate le notizie giunte dall’ultima riunione dei sindaci locridei, in cui viene contestata l’originalità della bozza di Statuto pervenuta presso gli uffici dei Sindaci (che sarebbe diversa da quella effettivamente in discussione presso le stanze decisive del Comune di Reggio Calabria) e si procede a gesti plateali di protesta (anche di dubbio gusto estetico ed istituzionale, come strappare davanti ai colleghi sindaci la bozza stessa di Statuto oggetto di confronto).

L’assenza della politica – quella partecipata, popolare, capace di colmare il margine fra “palazzo” e cittadinanza – si amplifica e si sublima in una Città Metropolitana fortemente scollegata da qualsivoglia interazione sociale, frutto di una logica oligarchica che inevitabilmente si ripercuote anche sulle sue attività istituzionali ed ordinarie. Esistessero ancora partiti e movimenti politici all’altezza della situazione, saprebbero svolgere puntualmente il loro fondamentale ruolo di raccordo: in loro perdurante assenza, non restano che le elites provvisorie (se così ci è lecito definirle) di sindaci e assessori che si incontrano e si parlano sterilmente addosso.

Noi siamo d’accordo con quanto sostenuto da Domenico Vestito, Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica: “la Città Metropolitana manca di una visione strategica” e “lo Statuto è vittima di questa progettualità ottusa”. Statuto, accenniamo ad un’opinione che proveremo ad articolare in modo più compiuto in altra occasione, presenta comunque anche oggettivi limiti di contenuto.

Il Palazzo della Provincia a Reggio Calabria

Il Palazzo della Provincia a Reggio Calabria

La politica, senza una vera pratica democratica, semplicemente non funziona o rimane in mano ai “pochi” contro “i tanti”. Anche in questo senso, questa la ferma opinione di chi scrive, la riforma costituzionale targata Renzi-Boschi delinea un Senato della Repubblica semplicemente a-democratico, ai limiti del surreale: consiglieri regionali che si scelgono fra di loro e che perciò stesso accedono alla Camera Alta del nostro parlamento, sindaci di città capoluogo che con un voto diventano automaticamente tre cose diverse (sindaci del proprio comune, sindaci metropolitani o presidenti di Provincia, senatori), un peso discriminante del voto dei singoli cittadini (il voto alle elezioni comunali di un cittadino di Reggio Calabria varrà per tre ruoli, per come sopra indicato; il voto di un cittadino di Gioiosa Jonica varrà solo per il proprio Comune).

E, allora, in conclusione ribadiamo quanto già affermato in precedenza: apriamo le porte della nuova Città Metropolitana alla società, a partire da assemblee pubbliche che – almeno nelle comunità più popolose della nostra provincia – spieghino concretamente prerogative e potenzialità di questo nuovo ente locale. (leggi QUI)

CATEGORIES
TAGS
Share This