Correva l’anno 1995, con “Doppio Futuro” Nathan Never diventava meraviglioso

Correva l’anno 1995, con “Doppio Futuro” Nathan Never diventava meraviglioso

Ci ho messo un pò di tempo e non pochi soldi ma ho recuperato l’intera saga di Nathan Never, il fumetto Bonelli ideato dalla banda dei sardi (Vigna, Medda e Serra), compresi tutti gli extra che, in oltre trent’anni, sono stati davvero tanti.

Mi era capitato qualche volta di leggere dei singoli albi di Nathan Never ma stavolta ho deciso di partire da zero dopo avere letto il volume cartonato “Io sono Nathan Never”.

E quindi sono partito dal numero 1, leggendo in ordine di pubblicazione anche speciali e almanacchi ed ora devo leggere l’albo numero 46, pubblicato nel marzo 1995.

Posso quindi trarre un primo bilancio della saga, almeno fino a dove sono arrivato a leggere. Ovviamente leggendo il tutto 30 anni dopo si trovano alcune cose che fanno sorridere, come i dati che nel futuro di Never vengono ancora conservati nei floppy disk o gli schermi dei computer larghissimi. Neanche la fervida fantasia dei tre sardi poteva immaginare che trent’anno dopo non avremmo avuto bisogno di alcun supporto fisico per conservare i dati. Il cloud non era immaginabile. Ma queste non sono pecche del fumetto, semplicemente fa i conti col tempo che passa e con l’evoluzione tecnologica. Difatti queste sono note di colore che non scalfiscono minimamente la bellezza e l’originalità di un fumetto che a distanza di trent’anni va ancora in edicola.

Nei 45 albi letti, oltre ad almanacchi e speciali pubblicati fino al febbraio 1995, quelli che ho apprezzato di più sono quelli in cui la storia evolve. In particolare mi ha entusiasmato “L’abisso delle memorie”, albo n. 18, e il suo seguito nel 19 (ho anche acquistato il cartonato pubblicato nel 2016 che raccoglie i due albi) in cui si fa luce sul passato del protagonista ma ancora di più gli albi in cui si mostra la Fratellanza ombra, una forma di vita extraterrestre entrata in contatto con gli umani e arrivata sulla Terra. E non sono da meno gli albi coi dinosauri e con l’organizzazione orientale che punta ad impedire il ritorno dei demoni sul pianeta, quei demoni che spesso hanno l’aspetto di Godzilla e dei Kaiju giapponesi. Davvero tutti spettacolari e bellissimi.

Quello che ho apprezzato meno invece sono stati gli albi autoconclusivi e collocati fuori dalla continuity, che spesso si riducono a polizieschi (un genere che trovo da sempre di una noia mortale). In alcuni di questi fumetti la fantascienza e il futuro fanno solo da sfondo per giustificare una sorta di “giallo” fine a se stesso. Questa è l’unica critica che mi sento di rivolgere ad un fumetto che mi sta appassionando.

E che mi appassiona ancora di più dopo la lettura del primo “Nathaneverone”, ossia il primo albo gigante scritto da Antonio Serra e disegnato da Roberto De Angelis. Che poi, lo ammetto, è la vera ragione per cui sto scrivendo questa recensione: dovevo per forza fargli i complimenti!

Nel cartonato che ripropone “Doppio Futuro” (uscito nel 2017, sì, ho recuperato anche quello) proprio Serra dice che da autore non lo ha apprezzato, addirittura che non avrebbe voluto scriverlo. E avrebbe davvero fatto male! Secondo me, di quel che ho letto fino ad ora, qui si raggiunge l’apice di Nathan Never. Questa è la fantascienza che mi piace, c’è l’epicità di una guerra per la sopravvivenza dell’umanità, c’è il futuro, c’è il cosmo e ci sono i tecnodroidi, cosa si può volere di più?

E pensare che sono tra coloro che letteralmente detesta i salti temporali, che ormai sono abusati dalla letteratura di genere e non hanno più nulla da dare. Eppure qui non ho provato nessun fastidio, al contrario, è stata una lettura che mi ha entusiasmato e non vedo l’ora di scoprire come evolverà. A quanto pare dalle prime tavole, già nel numero 46 della serie regolare, “La fratellanza Ombra”, la storia continua. Evvai!

Che dire, se alcuni albi troppo “polizieschi” mi avevano un pò deluso Antonio Serra mi ha fatto ritrovare tutta la voglia di andarmi a leggere gli altri 27 anni di Nathan che mi restano da godere e che sono già nella mia libreria.

P.s.: Ho anche recuperato il primo albo di Legs Weaver e non ne comprerò altri, è stato deludente, anche lì indagini di polizia e non abbastanza avventura “cosmica”. Ma d’altronde visto quanto hanno dato su Never non tutti i prodotti possono avere lo stesso livello.

CATEGORIES
TAGS
Share This