Speciale Dragonero “Il regno dei lupi”: quando la realtà ha molte facce

Speciale Dragonero “Il regno dei lupi”: quando la realtà ha molte facce

Premetto che non sono un fan del tratto di Massimo Dall’Oglio, il disegnatore dell’ultimo speciale (il numero 10) di Dragonero, attualmente in edicola. Il suo tratto manga ma contaminato dal disegno occidentale è decisamente particolare e spesso suscita le critiche dei lettori di Nathan Never, per cui Dell’Oglio disegna solitamente. Eppure questa volta, dopo la difficoltà iniziale il mio occhio si è abituato e, forse complici i colori pastelli che ha scelto, ha cominciato anche a piacermi. Bisogna sicuramente essere aperti perchè il suo stile è molto diverso da quello classico bonelliano. Luca Barbieri nell’introduzione lo paragona al grande Hayao Miyazaki ed ha pienamente ragione: gli incursori imperiali (di cui Ian, il protagonsita, fa parte) sui loro mezzi volanti ricordano moltissimo Nausicaa.

Per quanto riguarda la storia c’è da segnalare il solito strepitoso Luca Enoch, che come sempre non si rifugia nella facilità (e stupidità) del bene contro il male, ma esplora le contraddizioni della realtà in cui anche gli eroi, visti da un altro punto di vista, sono semplicemente degli assassini.
Leggendo “Il regno dei lupi” (che è anche il titolo di un romanzo di George Martin) e pensando a questa abilità di Enoch mi è tornata in mente una canzone degli Afterhours: “Scava sotto ai buoni c’è un cadavere/ sotto ai cattivi un angelo ucciso da un’idea”. Mentre il giovane Ian uccide nel sonno i suoi avversari, che in realtà sono ribelli che lottano per la propria libertà come farà lui in futuro, sembra proprio un buono sotto cui c’è (letteralmente in questo caso) un cadavere, o meglio molti cadaveri.

In definitiva credo che la storia di Enoch meriti un 10 e che sia necessario anche premiare la sperimentazione grafica che, in questo caso, ha dato buoni frutti, anche se farà storcere il naso ai lettori più tradizionalisti.

Ma d’altronde se non ci pensa Luca Enoch a rinnovare una casa editrice statica come la Bonelli, non può farlo nessun altro.

E lui lo fa da sempre, magari neanche lo sa ma sì che lo fa…

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