Giugno 1991: Arrivava in edicola il primo numero di Nathan Never

Giugno 1991: Arrivava in edicola il primo numero di Nathan Never

“Salite a bordo: si parte per il futuro!”.

Così Sergio Bonelli concludeva il suo editoriale del primo numero di Nathan Never, la prima serie di fantascienza della sua casa editrice.

Il numero uno, dal titolo “Agente speciale Alfa” arrivava nelle edicole italiane nel giugno del 1991, ormai più di 30 anni fa.

Amo la fantascienza ma non il genere poliziesco, probabilmente per il numero elevato di letture e di film consumati durante l’adolescenza, che ormai me lo rendono noioso. E probabilmente per questo ho letto, nel corso della mia vita, solo sporadicamente Nathan Never, in cui mi è parso che spesso la fantascienza fosse solo uno sfondo per inserire indagini di polizia più o meno scorrevoli.

Sono però consapevole che questo è un giudizio basato su una conoscenza parziale di un fumetto che ha festeggiato tre decenni di vita ed ha raggiunto il numero 370.

Pertanto ho avuto modo di recuperare i primi 200 numeri, per provare a capire se mi sbaglio. Oggi ne ho cominciato la lettura.

Approcciando il primo numero e pensando ad un fumetto di 31 anni fa mi sono preparato ad un racconto piuttosto vintage. Invece, a parte gli ingombranti schermi dei computer (che ricordano i primi monitor dei pc fissi), devo riconoscere che gli ideatori, i “tre sardi” Medda, Serra e Vigna, se la sono cavata bene, anche giudicandoli a distanza di così tanto tempo.

Il primo albo (in cui Bonelli informava di un aumento del prezzo di copertina di 300 lire, il che portava il costo dell’albo a 2.300 lire) è scritto da Antonio Serra e disegnato da Claudio Castellini, che è anche autore delle copertine.

Ho trovato fantastica l’idea di pagina 4, che riporta un’intervista del quotidiano City News ad Edward Reiser, Direttore dell’Agenzia Alfa, quella per cui lavora Nathan. Un modo per inserire una sorta di prefazione al mondo che si schiude con la vignetta della pagina successiva. Senza tanti giri di parole Reiser, rispondendo alle domande dei giornalisti, afferma che le forze dell’ordine sono corrotte ed infiltrate da ogni tipo di mafia e che per questo le Agenzie Private, come quella che dirige, sono indispensabili.

Il rapporto tra l’agente Never e Reiser è fin da subito estremamente conflittuale, del passato del protagonista non si fa alcune menzione nel primo albo, anche se in una conversazione compare il nome di Ann (pur non fornendo indizi sulla sua persona).

“Agente speciale Alfa” ci fa conoscere due importanti comprimari, il genio dell’informatica Sigmun Baginov, che balbetta solo quando parla con altri umani (nessun tentennamento invece nel rivolgersi alle macchine) e la sexy Legs Weaver, il cui viso ricorda piuttosto esplicitamente la Sigourney Weaver di Alien.

Spicca anche l’ipocrisia di Aristotele Skotos, che a quanto pare sarà uno dei più acerrimi nemici dell’agente Alfa.

Per il resto tanta azione, un’ambientazione urbana piuttosto opprimente e una tecnologia ormai onnipresente nel rispetto delle tre leggi della robotica, che Skotos cerca di violare per creare un’arma da guerra micidiale.

Insomma, nel primo albo Serra ha già inserito tutti gli ingredienti che lieviteranno nei numeri successivi.

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