Gli “Inferi” del giovane “Dragonero”. In libreria un altro “Senzanima” spettacolare

Gli “Inferi” del giovane “Dragonero”. In libreria un altro “Senzanima” spettacolare

Già le prime pagine di “Senzanima Inferi” (Sergio Bonelli Editore) mi hanno riportato ricordi della mia adolescenza. Ora scrivo guardando il mare Ionio dal balcone ma allora vivevo nella pianura Padana e dopo avere letto i libri di Primo Levi e vissuto a fondo attraverso quei racconti l’oppressione della sopraffazione e della crudeltà umana mi ripromisi di non leggere mai più niente del genere.

Ma non si può vivere in una pubblicità e dalle torture di Genova 2001, che hanno lasciato cicatrici indelebili sulla pelle della mia generazione fino alla cronaca della guerra in Ucraina, passando per la Libia, lo Yemen, l’Iraq, l’Afghanistan e mille conflitti dimenticati l’orrore torna sempre e non è possibile, e nemmeno giusto, tentare di ignorarlo.

Perchè non possiamo ignorare la nostra natura più profonda, che secoli di quella che definiamo civiltà non ha ammorbidito ma ha solo incanalato. Siamo la specie che, collaborando, riesce a vivere nello spazio, in un ambiente totalmente ostile, su una Stazione Spaziale davvero Internazionale ma, allo stesso tempo, siamo la specie che sacrifica la propria vita pur di uccidere figli e mogli di altri uomini che credono in un dio diverso. Un dio che vogliono creatore di uomini ma che dagli uomini è stato creato.

A tutto questo penso mentre un giovane Ian mercenario cerca disperatamente dell’acqua per lavarsi di doso lo schifo del massacro, l’oscenità di quell’enorme mattatoio a cielo aperto che è la guerra. Ogni guerra. Ma un “macello” al contrario in cui le vittime sacrificali non sono animali terrorizzati smembrati sull’altare del consumo umano di carne, ma uomini impauriti che diverranno cibo per animali.

“Un corpo umano fatto a pezzi puzza in modo intollerabile. Il sangue, la carne che marcisce, le viscere squarciate, esposte insieme alla merda che contengono… l’odore ti entra in gola e brucia, così come brucia il desiderio di lavarselo via di dosso. Mi serve dell’acqua. Ma quanta acqua serve quando i corpi fatti a pezzi sono migliaia? Non basterebbe l’Awrasuhre”.

E’ questo che un magistrale Luca Barbieri (curatore di Dragonero e sceneggiatore di “Inferi”) fa pensare a Ian Aranill, membro della compagnia mercenaria dei Senzanima, dopo l’ennesima battaglia.

I disegni di Stevan Subic sono piuttosto diversi dai soliti tratti Dragoneriani ma sono assolutamente adatti a trasformare in fumetto quello che Barbieri ha scritto. I dialoghi, soprattutto quello tra Ian e il Carogna, sono ben costruiti e contribuiscono a fare sprofondare il lettore nell’atmosfera infernale del volume.

Un contributo fondamentale arriva anche dal colorista Paolo Francescutto che avrà avuto da faticare nel colorare i disegni di Subic ma che, come sempre, si rivela una garanzia assoluta. L’effetto finale è fenomenale.

Poi Luca Barbieri spinge lo splatter all’estremo ma quando l’orrore arriva da esseri con la corna è comunque più tollerabile, in quanto palese frutto di fantasia.

L’avventura è comunque mozzafiato e Ian vedrà compagni cadere prima di riuscire a rivedere le stelle.

In fondo al cartonato, come spesso accade con Senzanima, trovo quella che è per me la parte più ghiotta: un racconto in prosa. Un racconto che anche se collocato a fine volume racconta temporalmente quello che è accaduto prima dell’inizio del fumetto e durante.

Confesso che nella grande produzione legata a Dragonero per me l’apice si è raggiunto coi due libri in prosa scritti da Luca Enoch e da Stefano Vietti (al secondo posto della mia personale classifica ci sono i Senzanima). Da tempo speriamo in un terzo libro, che Vietti starebbe scrivendo, ma siamo ancora a bocca asciutta. Ma vista la qualità del racconto che chiude Inferi, scritto da Luca Barbieri, una domanda mi viene da farla: quando vedremo un libro in prosa di Dragonero scritto da lui?

Insomma, la squadra di Dragonero non sbaglia un colpo!

Però per avanzare anche una critica, per quanto forzata e che comunque non incide affatto sulla qualità del volume, non essendo il sottoscritto un amante delle copertine di Mario Alberti (apprezzato da moltissimi lettori e che io stesso sto apprezzando come disegnatore su Nathan Never, di cui sto leggendo i primi volumi avendo da poco recuperato tutta la saga) mi domando che razza di copertine verrebbero fuori se venissero affidate a portenti del calibro di Luca Malisan, Walter Trono o Antonella Platano.

Per chi non ha mai letto Senzanima il consiglio è di correre a recuperarli, non ve ne pentirete!

P.s.: Noi lettori appassionati attendiamo sempre di sapere per quale ragione Ian è finito nei Senzanima, ma gli autori di Dragonero, pur avendoci rivelato quale sarà la fine della compagnia mercenaria sulla serie regolare, sanno che devono sempre tenerci sulle spine… e ci riescono benissimo!

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