“Il verme bianco”, un Dylan Dog Color Fest superlativo

“Il verme bianco”, un Dylan Dog Color Fest superlativo

Il color fest Dylan Dog di febbraio 2023 ha un unico autore, che ha curato testi, disegni e colori, Marco Galli.

Roberto Recchioni, curatore di Dylan Dog, lo definisce un “libero battitore autarchico che realizza storie seguendo un suo ritmo e percorso interiore”.

Questa volta ci regala una bella avventura nei bassifondi di Londra, tra creature mostruose e umani ancora più mostruosi.

“Mi chiedo quali siano i veri mostri, non riesco più a distinguerli dagli esseri umani” si domanda l’indagatore dell’incubo a fine avventura al pub, e l’Ispettore Bloch, mentre sorseggia una birra, gli risponde: “I mostri sono dentro lo specchio che ci rifiutiamo di guardare, Dylan. Li uccidiamo per non uccidere noi stessi! Io li annego in questa ottima birra, tu li uccidi con la pistola… credo di divertirmi più io!”

Galli ha fatto un ottimo lavoro alla sceneggiatura ma anche ai disegni e alla colorazione, creando un mix davvero gradevole.

Non so se si sia ispirato a “La tana del verme bianco” di Bram Stoker, quantomeno nel titolo e nel mostro che vive nelle profondità della terra e come al solito non entro nel merito della trama per non spoilerare ma posso dire che l’autore ha creato dei comprimari, oltre ai soliti Groucho e Bloch, davvero interessanti: un piccolo ladruncolo e un vecchio elettricista mutilato che sa più di quel che sembra, oltre alla solita fidanzata assolutamente appropriata per il nostro eroe.

Essendo un amante dell’avventura e del soprannaturale non ho apprezzato la presenza della setta di esaltati che cercano di distruggere il verme bianco. Mi ha ricordato un pò quando nella bellezza di The Walking Dead arriva Negan e si passa dalla stupenda guerra tra umani e zombie alla noiosissima guerra tra uomini, con gli zombie che fanno solo da sfondo.

Però a dire il vero in questa storia l’esaltato di turno non è così fastidioso come nell’esempio che ho appena fatto e tutto sommato si integra bene con la storia.

Insomma, nel complesso senza dubbio un Dylan Dog in grande spolvero.

CATEGORIES
TAGS
Share This